A meno di 300 giorni dall’ultimo progetto “Chromakopia” Tyler, The Creator torna con un disco nuovo, “Don’t Tap The Glass”. E lo fa con l’eleganza di chi non ha più nulla da dimostrare, ma tutto da giocare. Nessun countdown, nessuna pressione dichiarata, solo un urgenza creativa di chi ha sempre nuove idee.
Tyler rilascia l’album quasi in punta di piedi. Ma con la forza di chi ha già riscritto più volte le regole del rap della sua generazione. E lo fa spiazzando ancora: “Don’t Tap The Glass” non cerca la hit da classifica Billboard, non forza lo storytelling. Un disco senza schemi ma ricco di visione.
Un disco nato senza aspettative (ma che le supera tutte)
Eppure, anche senza un concept dichiarato, “Don’t Tap The Glass” è arrivato con un rollout che ha saputo imporsi come uno dei più interessanti dell’anno. Poche mosse, ma chirurgiche. Poster enigmatici apparsi nelle città degli USA, teaser criptati lanciati sui social e un’estetica che mescola con maestria le vibes anni ’90 a un futuro ancora tutto da immaginare.
Le reference sono evidenti ma trattate con cura: Ludacris e 50 Cent rivivono nella copertina, ma filtrati dal gusto eccentrico e raffinato di Tyler. Il risultato? Una narrazione non lineare, ma coerente, dove ogni elemento, dal poster ai video, dai colori alle grafiche, racconta un frammento dell’universo di “Don’t Tap The Glass”
Il tutto orchestrato con il savoir-faire di chi conosce la cultura pop e la sa manipolare senza forzarla. Un rollout perfetto ma sottile come il vetro.
Contenuto a cura di:
Giovanni Castellano