“Non sono un artista. Dipingo come un bambino di 6 anni.”
Questa è la frase che campeggia nella bio Instagram di Olaolu Slawn, a sottolineare fin da subito l’attitudine ironica e anticonvenzionale che lo ha reso uno dei nomi più interessanti dell’arte contemporanea internazionale.
Nato nel 2000 in Nigeria, Slawn muove i primi passi nel mondo creativo attraverso lo skateboarding. Lavora nel primo skate shop del Paese, e da lì nasce un primo progetto d’abbigliamento che attira l’attenzione di Virgil Abloh. Volto da sempre attento a intercettare e supportare le realtà più audaci.
Nel 2018 si trasferisce a Londra. È lì che, poco prima della pandemia, inizia a dipingere con continuità. Durante i lunghi lockdown, Slawn, allora appena 18enne, consolida la sua presenza online, costruendo un seguito sempre più ampio e internazionale. A settembre 2021 lancia la sua prima mostra personale, aprendo ufficialmente un nuovo capitolo nella sua carriera.
Brit Awards, arte, lusso e libertà espressiva
Le prime collaborazioni importanti non tardano ad arrivare. Nel 2023 Slawn viene scelto per disegnare le iconiche statuette dei Brit Awards. Porta così il suo stile spontaneo e colorato all’interno di uno dei palcoscenici più rilevanti della musica pop britannica.
Il 2024 segna invece un’evoluzione più matura del suo percorso artistico: le sue opere compaiono in contesti inediti, tra Ferrari, Rolex e valigie Rimowa personalizzate nel suo studio londinese e la produzione di tele originali continua senza sosta.
Ma Slawn non è solo artista: è anche imprenditore e figura culturale. Collabora e condivide tempo con nomi noti come Clint419, Dave e Skepta, dando forma a una rete creativa che unisce arte, moda e musica.
Un’identità fuori dagli schemi
Oggi Slawn è tutto questo: artista, padre, creativo e stratega. Ma soprattutto è qualcuno che ha saputo trasformare la spontaneità in linguaggio e l’irriverenza in carriera.
Rifiutando le etichette, ha trovato il modo più diretto per comunicare con il mondo: senza filtri, ma con una visione.
Contenuto a cura di:
Giovanni Castellano