Frank Ocean è sempre stato un artista sfuggente. La sua musica ha ridefinito un’epoca, ma parallelamente ha costruito un universo creativo che va oltre i dischi. Nel 2018 nasce Homer, brand di gioielli e accessori lanciato ufficialmente nel 2021 a New York: un nome che evoca mito ed eredità, pensato come qualcosa da tramandare nel tempo.
Estetica infantile, lusso radicale
Homer non parla il linguaggio classico della gioielleria. Oro riciclato, argento, smalti colorati e diamanti coltivati in laboratorio diventano la base per creazioni dal design giocoso, quasi cartoonesco. Forme pop, riferimenti ad anime e skate culture, ma trattati con la stessa cura di un’opera d’arte. La comunicazione segue la stessa linea: cataloghi fotografici surreali curati dallo stesso Ocean insieme a Tyrone Lebon.
Collezioni e spazi selezionati
Il marchio si muove con lentezza, in controtendenza rispetto alla frenesia della moda. Nel 2021 la collaborazione con Prada, nel 2025 la collezione “Frankenstein-Cord” con Barry Kieselstein-Cord, accompagnata da una campagna con Rosalía. Allo stesso tempo Homer ha aperto boutique a Los Angeles, Londra e recentemente a New York, progettate dallo studio ANY: spazi minimali e futuristi che rafforzano l’aura misteriosa del brand.
Tra critiche e culto
L’unico aspetto che divide la community restano i prezzi: da qualche centinaio a oltre un milione di dollari. Per alcuni Homer è inaccessibile, per altri è semplicemente coerente con la sua natura di progetto artistico più che commerciale. Quel che è certo è che Homer riflette in pieno l’identità di Frank Ocean: enigmatico, radicale, impermeabile alle logiche della moda mainstream.
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Outside Culture Team