Outside Culture entra nel mondo del design italiano raccontando Arch Attack, un progetto indipendente da Claudia Arcangeli, interior designer con uno stile riconoscibile che unisce minimalismo, riferimenti pop e un approccio artigianale. Nato dalla volontà di creare spazi e oggetti che riflettano la personalità di chi li abita, Arch Attack si muove tra arredamento, installazioni, piccole produzioni su commissione e consulenze di stile.
Il progetto sta rapidamente guadagnando attenzione per il suo mix di gusto e visione estetica, capace di parlare tanto a clienti privati quanto a creativi e brand. A metà tra studio e laboratorio, Arch Attack è una delle realtà più interessanti nella nuova wave di design italiano emergente, e non potevamo non parlarne con la sua fondatrice.
Empatia e identità: il processo creativo di Arch Attack
Per Claudia, ogni progetto è unico. Non esiste un metodo fisso o una formula ripetibile. Tutto parte dal rapporto con il cliente e dalla capacità di entrare nella sua visione.
“Dietro ogni progetto serve molta empatia per entrare nella testa del cliente e capire cosa sta cercando. Io ovviamente metto sempre del mio, cercando di rispettare gli standard e i criteri delle loro visioni.”
Claudia Arcangeli
Il tempo e le dinamiche cambiano di volta in volta. Ciò che resta costante è il legame personale con ogni lavoro firmato Arch Attack.
“Non c’è un processo creativo che seguo in maniera costante. Ogni progetto è a sé: a volte si arriva alla soluzione finale in una settimana, a volte in un mese. Per me l’importante è trovare sempre un compromesso che accontenti il cliente, ma che allo stesso tempo rispecchi quello che è il mio stile.”
Claudia Arcangeli
E il confine tra gusto personale e visione professionale è molto chiaro:
“Non farei mai un design che in primis non metterei anche in casa mia.”
Claudia Arcangeli
Dallo IED alla scena italiana: il percorso di Claudia
Classe giovane e formazione solida, Claudia si è laureata in Interior Design allo IED di Roma, dopo aver frequentato il liceo linguistico. Il suo percorso accademico è stato influenzato, come per molti della sua generazione, dalla pandemia.
“Ho sempre avuto una grande passione per questo mondo ma poca voglia di studiare. Sono sempre uscita pulita con la media del sette/sette e mezzo. Tornassi indietro, rifarei sicuramente l’università con un’altra testa.”
“Probabilmente a quel tempo ero anche influenzata dal fatto che, essendo scoppiato il Covid, la maggior parte del triennio l’ho seguito da casa, in smart. E di conseguenza ero demotivata. Però ad oggi non rinnego nulla.”
Claudia Arcangeli
Progetto dopo progetto, una crescita costante
Arch Attack è un progetto nato da un’esigenza personale, ma che sta crescendo in modo costante. Anche grazie ad alcune collaborazioni importanti ad esempio il modulard Sofa realizzato per Leon Vende.



Claudia ci racconta in attesa della pubblicazione ufficiale, come il terzo progetto, sia stato un punto di svolta.
“Tanto, il terzo progetto per me è stata una sorpresa. Tra l’altro, il numero 3 è da sempre il mio numero fortunato. Avere avuto la possibilità di lavorare proprio al terzo progetto per un’artista di calibro così alto per me è stata sicuramente una soddisfazione e mi ha dato ancora più grinta di prima.”
Claudia Arcangeli
Conclusione
Arch Attack rappresenta più di un nome nella nuova scena del design italiano emergente. Dimostrazione che l’identità personale può diventare un punto di forza progettuale, se accompagnata da sensibilità, gusto e passione vera.
Noi continueremo a seguire Claudia Arcangeli e il suo percorso, sicuri che ci riserverà ancora molte sorprese.
Contenuto a cura di:
Giovanni Castellano