Abbiamo intervistato Elion, direttore creativo e fondatore di Helius, giovane brand, presente anche alla prima edizione di Outside Culture Festival, e che ha già dimostrato tanto al pubblico italiano.
Ciao Elion! Introduci Helius a chi ancora non conosce il progetto!
Helius nasce nel 2021, ma le sue radici sono molto più antiche. È un brand nato dal bisogno di raccontare, di trasformare il dolore, le emozioni e i ricordi in abiti che parlano, che restano. Tutto nasce dalla sartoria. Ogni capo è creato a mano, da me e da un piccolo team, con la cura e il tempo che ogni storia merita.
Helius non è solo avant-garde, non è streetwear, non è lusso. È una visione. È il riflesso del mondo che vedo, delle persone che incontro, delle culture e delle vite che si sfiorano. Ogni collezione nasce per essere memoria viva: abiti pensati per durare nel tempo, per essere vissuti e diventare parte di chi li indossa, raccontando non solo la mia storia, ma anche quella di chi sceglie di farne parte.
Per me l’arte è un linguaggio universale. Voglio che chiunque, attraverso i miei capi, possa riconoscersi, guardarsi dentro, riscoprire i propri dolori, i propri sogni, i propri frammenti di vita.
Perché Helius non è solo un brand: è una forma di espressione, è pelle, è anima. E la speranza è che ogni persona, indossando un pezzo di questa storia, possa portare con sé un po’ di luce, un po’ di forza, un pezzo di sé.
Il brand deve molto alla tua madrepatria: l’Albania, come vivi il rapporto con questa terra durante il processo creativo?
Il rapporto con la mia terra, l’Albania, è qualcosa che vive dentro di me e che influenza profondamente il mio processo creativo. Ho passato lì quasi tutte le estati della mia infanzia e ogni ricordo, ogni frammento di quel tempo, mi accompagna ogni volta che creo. La mia mente torna sempre a Valona-vlorë. Il mare da una parte, le montagne dall’altra, due mondi diversi ma uniti, proprio come me. Ricordo le corse a piedi scalzi per le strade, le docce coi secchi. La semplicità di un popolo che ha sempre saputo vivere con poco ma con il cuore pieno di sogni.
Dentro di me c’è ancora quel bambino che ha vissuto tutto questo e che oggi trasforma quei ricordi, quei colori, quegli odori, perfino il vento e il sale del mare, in arte, in abiti, in visione. La cultura albanese, i suoi valori, la sua forza, fanno parte di ogni cosa che creo. Sono le mie radici, la mia ispirazione più vera.
Elion Begaj
Al momento è disponibile per l’acquisto, la Y-ONI Collection SS25, raccontaci un aneddoto dietro questo capitolo di Helius!
La Y-ONI Collection è molto più di una semplice collezione: è il primo vero capitolo della mia storia raccontato attraverso Helius. La SS25 nasce come un frammento di questo racconto, un piccolo sfogo personale che racchiude il bambino che sognava di diventare soldato e l’uomo che sono oggi. È un omaggio al mio amore per le stampe militari, per il denim, per il fading, per l’overlayering, per il distressed e per i capi vissuti e decostruiti che raccontano storie antiche ma ancora presenti dentro di me.
Tutto questo l’abbiamo rappresentato attraverso nuovi pezzi come i faded selvedge denim jorts con dettagli in pelle, dando vita a capi più strutturati e ricchi di significato. È solo un assaggio di ciò che sta per arrivare, un nuovo lato di Helius che nemmeno io avevo mai esplorato prima. E tutto comincia con me
C’è un capo che hai ideato a cui sei particolarmente legato?
È difficile scegliere un solo capo a cui sono più legato, perché ogni pezzo nasce da emozioni vere e da storie che mi appartengono. Se dovessi citarne due, il primo è un vestito marrone della collezione Il Dolore, realizzato con magliette riciclate e tinto a mano per ricreare un effetto bruciato. Quel capo rappresenta per me il più grande dolore tramandato nella mia famiglia, una ferita antica che, pur non avendola vissuta direttamente, sento mia. È legata a mia nonna, la persona che più mi ha trasmesso l’amore per l’arte, per il cucito, per la creazione. Quel vestito parla di perdita, ma anche di speranza, perché io credo che il dolore sia la speranza degli esseri umani: è il dolore che ci forma, ci spinge avanti, ci fa capire cos’è l’amore e chi siamo davvero.
Il secondo è il cappotto bianco con l’aquila nera, parte della collezione La Visione. Per me rappresenta la purezza e la rinascita di un popolo intero. L’aquila, simbolo della bandiera albanese, vola sopra il dolore e le ombre del passato, ma porta con sé il sogno della libertà e di un futuro diverso. Il bianco e il nero insieme raccontano questa dualità continua tra luce e oscurità, speranza e sofferenza, proprio come la vita.
Siamo curiosi di saperlo, cosa sta preparando per settembre il team di Helius?
In questi mesi sto lavorando alla collezione più importante che abbia mai creato. È un viaggio dentro me stesso, nei miei sogni, nei miei dolori e in tutto ciò che mi ha spinto a dare vita a Helius. Settembre sarà una rivoluzione, un nuovo capitolo, la rinascita di Helius, con creazioni mai viste prima: pelletteria, borse, lavorazioni artigianali, capi unici e preziosi come le pellicce.
Ogni tessuto, ogni materiale, ogni forma viene studiato insieme al mio team per raccontare una storia vera, fatta di dolore ma anche di speranza. Per me non esiste un dettaglio scelto a caso: ogni colore, ogni taglio, ogni cucitura ha un significato e diventa la chiave per esprimere chi sono e cosa rappresenta Helius.
Questa sarà una delle forme di espressione più grandi e più intime che abbia mai realizzato. Non vedo l’ora di condividerla e spero che arrivi dritta al cuore di chi mi guarda e mi segue. Spero che chi la vivrà possa trovarci un frammento di sé, un po’ di forza, un po’ di luce. E soprattutto, spero possa raccontare a tutti chi sono e cosa è davvero Helius.
Intervista a cura di:
Giovanni Castellano