Nato nel 2012 dalla mente dell’artista e designer Henri Alexander Levy, Enfants Riches Déprimés (Tradotto in italiano Giovani Ricchib Depressi) è più di un marchio: è una provocazione e un manifesto elitario. Con radici nell’underground benestante parigino e nei sobborghi losangelini, il brand ha costruito un’identità visiva fatta di ribellione, arte concettuale e lusso anti-commerciale.
Nonostante l’apprezzamento di celebrities come Kanye West, Lil Uzi Vert e Jared Leto, il marchio rimane volutamente distante dai radar del mercato di massa. Ma fedelissimo al suo pubblico.
Estetica raffinata e gusti provocatori
Le collezioni di Enfants Riches Déprimés si muovono in un territorio complesso, tra il punk d’avanguardia, l’art fashion e la decadenza borghese. Le grafiche sono crude, ironiche, a volte disturbanti e le silhouette spesso destrutturate, volutamente poco accessibili, e realizzate in edizioni limitatissime.
Ogni pezzo è pensato per esprimere disillusione e disincanto, come un diario visivo di chi non cerca approvazione. Il brand non fa sconti, in tutti i sensi. Parla a chi ha gli strumenti culturali (ed economici) per decifrarlo.
Il rapporto con il mercato a causa dei prezzi elevati
Uno degli elementi che più tengono Enfants Riches Déprimés lontano dalla sfera mainstream è il prezzo. T-shirt che sfiorano i 500€, cappotti da diverse migliaia di euro e drop spesso solo su invito. Ma non è solo una questione di costo: è una scelta intenzionale.
Levy ha sempre rifiutato l’idea di rendere il brand “democratico”. Enfants Riches Déprimés è pensato per pochi, e non ha alcuna intenzione di piacere a tutti. È moda concettuale con un posizionamento culturale ed economico ben preciso, che rifiuta la logica dell’accessibilità.
Il brand diventerà mai mainstream?
Probabilmente no, e forse è proprio questo il punto. Enfants Riches Déprimés non vuole piacere a tutti, non cerca lo scaffale delle collaborazioni in fast fashion. Rimarrà un marchio di culto, celebrato nelle sottoculture di lusso e nei moodboard degli insider.
In un’epoca in cui tutto è progettato per diventare virale, ERD resta un’oasi di élitismo romantico. E proprio per questo, continuerà ad essere iconico.
Contenuto a cura di:
Giovanni Castellano