Nel rap, i gioielli non sono semplici accessori. Sono status symbol, storytelling, firma estetica.
Le collane raccontano ascesa, stile, identità. Ogni diamante è una barra non detta, ogni bus down è un pezzo di discografia.
E pochi, in Italia, lo hanno capito e incarnato come Sfera Ebbasta.
Sin dagli inizi della sua carriera, Sfera ha reso i gioielli una parte integrante della sua immagine.
Dalle prime collane come la Cupido Chain, ispirata al suo iconico singolo, fino alla celebre Rockstar Chain, simbolo di un’epoca d’oro che ha reso il rapper di Cinisello una figura di riferimento per tutta la trap europea.
Nel tempo, la sua collezione si è ampliata fino a diventare una delle più riconoscibili della scena: pezzi su misura, realizzati da alcuni tra i migliori gioiellieri internazionali, curati nei dettagli e carichi di significato.
Non parliamo solo di oro e diamanti: parliamo di storia personale, estetica musicale, brand building.
Una delle collane più emblematiche rimane la Cross Chain, indossata da Sfera in occasione del lancio di Famoso, l’album che lo ha consacrato anche a livello internazionale. Un pendente oversize a forma di croce, tempestato di pietre, che rappresenta perfettamente la fusione tra spiritualità urbana e lusso moderno.
Negli ultimi anni, poi, il discorso si è ampliato sempre di più: basti pensare alla collana abbinata a quella di Shiva, con cui Sfera ha condiviso anche il processo realizzativo dell’album Santana Money Gang.
Una dichiarazione di alleanza e fratellanza, ma anche di coerenza stilistica e impronta visiva.
Accanto alle collane, non manca la passione per gli orologi di altissimo livello, in particolare per i Richard Mille.
Un gusto dichiarato per l’eccesso tecnico, per l’innovazione, per quei dettagli che non tutti capiscono, ma chi conosce, sa.
Per Sfera Ebbasta, i gioielli non sono mai stati solo decorazioni.
Sono linguaggio. Spesso identità. E sono il suono che vedi, prima ancora di sentirlo.
E quando parla la collana, a volte, il microfono può anche tacere.
Articolo scritto da:
Outside Culture Team